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— E chi è questa donna? — chiese la madre, pallida.

Le bambine ascoltavano a bocca aperta.

— Mi dispiace per il padre, — disse il padre di Oreste. — Un uomo ch’era il padrone di Milano. Ecco alle volte come finiscono i soldi.

— Macché finire, — disse Pieretto, — ci vuol altro. Il padre ha messo a posto tutto. Sono fatti che succedono nelle buone famiglie.

— Non qui da noi, — disse Oreste.

La vecchia Giustina intervenne. Era stata sin allora in ascolto, pronta come un falchetto, guardando dall’uno all’altro.

— Ha ragione il signore, — disse dardeggiando Pieretto, — dappertutto si fanno questi peccati. Se invece di lasciarli in libertà come i cani, padre e madre comandassero ai figli, gli chiedessero conto...

Continuò un pezzo. Se la prese di nuovo col ballo e coi bagni di mare. Qualche parola della sorella, qualche occhiata in direzione delle bimbe, di Dina, non bastò a fermarla. Ci riuscí invece la vecchia Sabina, non so se serva, nonna o zia, che dal fondo della tavola chiese, battendo le palpebre, di chi si parlava.

Le gridarono qualcosa. Lei disse allora, risentita, con quella voce stridula, che la casa del Greppo era aperta, che il marito della sarta della Stazione aveva visto passare dei bauli, che non sapeva del ragazzo ma donne lassú ce n’eran certo.

Quel pomeriggio salimmo a San Grato, sul dorso della collina dietro il paese, dove il padre, che dall’ora della siesta era sui beni, ci accolse. I suoi contadini stavano spruzzando di solfato i filari; si aggiravano sotto la canicola curvi, con bluse e calzoni induriti e inzaccherati d’azzurro, pompando dallo zaino di ferro l’acqua cilestrina. I pampini grondavano, le pompe cigolavano. Ci fermammo sopra la grande tinozza, piena dell’acqua innocente, fonda e opaca, come un occhio celeste, come un cielo capovolto. Io dissi al padre ch’era strano dover piovere sui grappoli quella rugiada velenosa: i cappellacci che i contadini portavano eran tutti mangiati. — Una volta, — gli dissi, — facevano l’uva senza tanti bagni. — Va’ a sapere, — disse lui, e gridò qualcosa a un ragazzo che posava una bottiglia nell’erba, — va’ a sapere come facevano una volta. Adesso è pieno di malattie — . Guardò il cielo, dubbioso. — Purché non venga il temporale, — brontolò. — Lava la vigna e bisogna ripassare il solfato.


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