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vissuto prima in diverse città, dietro a suo padre ch’era un architetto senza pace e impiantava e spiantava a capriccio la famiglia. Una volta, in Puglia, li aveva perfino sistemati in un convento e lasciate madre e figlia con le monache mentre loro vivevano coi frati in una cella, dove il vecchio sorvegliò certi lavori di restauro. — Mio padre, — diceva Pieretto, — coi preti non sa dirla. Gli fanno soggezione. Non può soffrirli e ci litigava, perché aveva il terrore che mi facessi prete o frate — . Adesso il vecchio, un gigante con la camicia aperta, s’era calmato e s’accontentava di Torino; teneva la famiglia a Torino e lui girava; le poche volte che l’avevo visto, lui e il figlio si canzonavano, si davano consigli, discorrevano come non sapevo che con un padre si può fare. In fondo, quei modi troppo liberi non mi piacevano, e il padre sembrava un nostro inutile coetaneo.
— Tu stavi bene nel convento, — gli diceva Pieretto, — perché ci vivevi come uno scapolo.
— Storie, — diceva il vecchio, — si sta bene dove si tiene l’anima in pace. Vedi come ingrassano i frati.
— Ci sono anche i magri.
— Sono frati sbagliati, gente triste. Brutto segno esser santi. Non sanno stare in compagnia.
— Come viaggiare sulla moto, — disse Pieretto. — È come un frate che vada in moto. Chi ci crede?
Il vecchio lo guardò sospettoso.
— Che male c’è?
— Niente, — disse Pieretto, — adesso un santo è come un frate che vada in moto...
— Un anacronismo, — dissi io.
— La vecchia bottega, — disse il vecchio irritato, — la religione è una vecchia bottega. Lo sanno loro, piú di noi.
Quell’anno il vecchio lavorava a Genova, aveva un appalto, e Pieretto doveva andare a farci i bagni. La sorella partí in quei giorni e Pieretto voleva che ci andassimo noi tre, anche Oreste, per vedere un po’ di gente. Ma c’era quell’altro progetto di andare da Oreste: in casa mia il troppo guastava e il Po mi scusava da mare. Decisi di restarmene solo a Torino, aspettare che in agosto i due tornassero e poi buttarci il sacco in spalla e muoverci.
Non avrei creduto che quel principio d’estate in città mi piacesse tanto. Senza un amico né una faccia per le strade, ripensavo
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