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La mia strada si snodava fra campi e vigneti, ben diversa dalla collina di Torino: qui le coste biancheggiavano lavorate e rotte; non c’erano boschi. I boschi non c’erano ancora, si sentivano buoi muggire, galline starnazzare; perfino l’aria era molle e sapeva di casa — eppure andavo lesto lesto, guardandomi attorno, in ascolto, come quando mi cacciavo con Belbo nelle conche del Pino tendendo l’orecchio ai segreti terrestri, alle radici, al terrore perenne che regna nella macchia. Adesso fuggivo davvero, come fugge una lepre.

Prima di sera attraversai due o tre paesi, la strada saliva; in distanza sulle punte dei colli si vedevano chiese, cascine isolate. Da quando avevo passato il Tanaro, né automobili né motociclette mi raggiungevano o incrociavano; vidi soltanto qualche carro tirato da buoi, e sulla piazza di un paese pochi scalzi sfaccendati. Cenai con pane e pomodori che mi vendette una donnetta stridula; mi chiese se mi ero sperduto. — Vado a casa, — le dissi. — Ah fate bene, fate bene, — mi gridò. — Non è mica una vita.

Capii dopo, che mi aveva preso per un partigiano. La cosa mi mise in orgasmo. Non potevo tra l’altro informarmi dove ce ne fossero, perché mi avrebbero creduto una spia. Dovevo andare, andare sempre e non voltarmi. Quella sera feci l’ultimo pezzo di strada fra i campi deserti, tra le nuvole basse. Si sentivano i grilli. Ero salito, salito; camminavo su una cresta.

Da dormire me ne diede un giovanotto scalzo che, seduto nel fossato di un campo, fumava la sigaretta. Non aveva che camicia e pantaloni sbrindellati; in testa un berretto di maglia. Gli dissi fermandomi: — È lunga per la valle?

— Volete fare la stazione? — disse senza riscuotersi, nel mio stesso dialetto. — Non vi conviene, c’è il posto tedesco.

— Non ho paura dei tedeschi, — dissi allora, — devo andare di là dalla valle.

— Piú in là ci sono i partigiani, — disse lui, senza scomporsi.

— Non ho paura di nessuno, vado a casa.

Scosse il capo e batté la sigaretta, con delicatezza. — C’è un giro da fare, prendendo i sentieri. Ma adesso è tardi. Vi conviene aspettare domani.

Mi fece traversare quel campo e un boschetto. Dietro un ciliegio cominciava un caseggiato nerastro, una stalla. Dei fienili e dei pagliai; sotto la cresta, al livello dei campi, altri tetti bassi, a


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