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altre colline. Qualcuno me lo sentí nella voce e chiese agli altri: — Sulla Langa come stiamo?

Sulla Langa c’era battaglia continua. Secondo i paesi. C’erano zone tutte in mano ai nostri. Finché durava, si capisce. Vero pericolo non c’era per le strade, ma sui ponti e nei paesi. Rividi il mio ponte di ferro, dove da bimbo facevo rimbombare i passi. Nominai un paese vicino, dove s’andava per quel ponte. — Laggiú c’è la repubblica, — dissero.

Confusione e temporale occuparono quasi tutta la notte. Il coprifuoco impediva di muoversi; chi partiva avanti l’alba non chiese nemmeno una stanza. Io mi buttai sopra dei sacchi e il carrettiere mi prestò una coperta. Per giugno, era freddo. Qualcuno aveva versato un vassoio di vino, e tutta la notte nel buio ventoso fiutai quel sentore. Le voci rauche, assonnate, parlavano parlavano di cene e di cose passate.

Alla prima luce il carrettiere si mosse. Faceva la mia strada ma soltanto fino a metà valle. Era grasso, taciturno, occhi offesi. Guardò il cielo freddo e chiaro e disse: — Andiamo.

Andammo tutta la mattina, seduti ai due lati con le gambe penzoloni. Non parlammo gran che; per creanza gli dissi che venivo da Torino dov’ero stato a lavorare, e rientravo dai miei. Levò gli occhi e mi disse: — Vi conveniva la ferrata, per Alessandria.

Potevo spiegargli che le stazioni mi facevano paura? che preferivo il cigolio del suo carro? Con quella vita che lui conduceva avrebbe riso dei miei guai, se pure i suoi occhi ridevano. Non era triste né arrogante, era solo. Sotto il cielo coperto sbirciai la collina; c’era su un poggio una chiesetta, un pino nero; come sempre pensai che buon nascondiglio avrebbe fatto la chiesa lassú. Sui versanti svariavano vigneti e grano, freschi ancora di pioggia; non ricordavo cosí vive e cosí dolci colline.

La lentezza del carro m’impazientiva. Parlai del tempo. Chiesi al grassone se almeno di notte o quando pioveva le strade erano piú sicure. Mi disse che lui preferiva la luce del sole; nel lusco può sempre arrivarti la botta di un altro; di giorno almeno, patrioti o tedeschi ti vedono in faccia. Parlava senza simpatie, era testardo.

Incontrammo i tedeschi, un’automobile ferma a mezza salita. Le divise verdognole parevano colore della strada bagnata. Il carrettiere balzò a terra, io fissavo un boschetto sulla collina.


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