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la chitarra. Chi sa Gina, Luciano, Carletto e le donne, se si eran trovati. Purché Gina non fosse imprudente. Non le avevo nemmeno potuto dir «Grazie». Ci pensai poco quella sera, ero ancor tutto sbalordito. Poi s’accese la luce al soffitto, una luce cattiva, di quelle crude da ospedale. Una voce batté allo spioncino chiuso e mi disse: «Si dorme».
Se dormii non lo so. Mi aspettavo venissero per farmi parlare. Pensavo sempre che di notte ci picchiassero, e stavo attento se qualcosa succedeva. Pensavo alle storie di Germania e di Spagna; dicevo: «Coi rossi non hanno rispetto». Un bel momento mi svegliai, toccavan l’uscio. Non feci a tempo, che la guardia già richiudeva — era la ronda.
Venne il mattino, e a poco a poco si schiarirono i listelli. Tutta la notte m’ero mosso sulla branda; mi sentivo le anche scassate, la testa pesante. Ma non avevo aperto gli occhi, che già pensavo alle risposte.
Suonò una campana per farci svegliare. Venne il caffè, il bidone d’acqua. Poi passarono a battere i ferri. Qualcuno mi disse: «C’è un pacco per voi». Venne il pacco: era roba di casa, e sul foglio il mio nome e cognome di mano di Gina.
Sono cose che fanno coraggio — era come parlarle. Fumai la prima sigaretta in allegria; camminai. Mentre andavo e venivo — cinque in su cinque in giú — mi venne in mente che qualcuno non poteva camminare e l’avevano portato in prigione in barella. Anche questo mi diede coraggio e guardavo le sbarre. «Se ci sono è perché l’ho voluto» pensai.
Vennero a dirmi che potevo andare all’aria una mezz’ora. Scesi scale e passai corridoi. Mi portarono sopra un cemento, nel cortile, e mi chiusero a chiave. Si vedeva una fetta di cielo, alto alto.
Cosí passò il secondo giorno e niente fu. Poi la notte e scopersi le cimici. Poi di nuovo il mattino e di nuovo il passeggio. Pensavo sempre alle risposte, e non sapevo. Poi la notte e mi vennero in mente quei libri del Biondo. «Che sia tutto per questo? Sarebbe da matti». Mi arrivò un altro pacco. Mi vennero a chiedere di scrivere a casa. — Non ho casa. — Scrivete a un amico.
— Faccio conto di andarmene.
— Non avete una donna?
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