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Girammo a zonzo. Rifacemmo i discorsi di prima. Disse che ancora non capiva di quel giorno all’atelier. Lei ce l’aveva solamente con Carletto, quella lingua. — Il fatto è che tu non volevi saperne, — mi disse. — Non puoi capire che una donna abbia una vita come gli altri. Tu sei fatto cosí.

Per il momento mi sembrò di aver di nuovo il batticuore e fui quasi per crederle e dirle: «Ti sbagli». Se tutte quante quelle notti e quelle rabbie eran state per nulla, veramente dovevo buttarmi nel Po. Ma non mi tornò il batticuore — troppe volte ci avevo pensato. Non m’importava che Lubrani fosse a Roma insieme a lei. Non m’importava che la Gina m’aspettasse alla baracca. M’importava soltanto di averla vicino, di tenerla per il braccio, di darle del tu. M’importava che fosse una nuova ragazza e che lo sapesse anche lei.

— Per me, — le dissi, — questa sera è un’altra cosa. Noi non ci siamo conosciuti che quest’oggi; qualche Amelio ti manda e tu giri con me.

Allora Linda fece un grido e si fermò.

— Non te l’ho detto e ci ho pensato tutto il viaggio. Lo sai cos’è stato di Amelio? — Mi parlò nell’orecchio. — Faceva il rosso, il comunista, e c’è cascato. L’hanno portato nelle carceri in barella.

Alzai le spalle e feci come non credessi. — Proprio a te l’hanno detto, — le dissi. — Chi ti dice che fosse coi rossi — . Ma stavolta le mani tremavano a me. — Possibile? — dissi. — Se non poteva fare un passo giú dal letto.

— C’è bisogno di muoversi? — disse. — Lavorava già prima. Non ti ricordi i giornali che leggeva? Gli han trovato il materiale nella stanza.

Deviammo insieme in una strada semivuota. Tutto il cielo era rosso, era bello; qualche vetrina era già accesa, rivedo ancora quella strada come allora. Linda aveva negli occhi il riflesso del cielo; parlava brusca e sembrava ridesse.

— Linda, non sono piú lo stesso, — dissi forte. — Finirà che ne ammazzo qualcuno.

Lei disse piano: — Mi fa pena. Che vuoi farci?

Non aveva capito. Era bene cosí. Mi raccontò che ai primi tempi lei gli aveva dato mano, quando andavano insieme a Vercelli e Novara. Quella notte che Amelio s’era rotta la schiena, gli aveva tolto lei di tasca delle carte. Poi leggendole aveva capito il pericolo grosso.


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