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Fui contento di andarmene a casa. L’indomani suonai tutto il mattino. Studiai di voglia e stavo bene nella stanza; dalla stufa veniva l’odore di brodo. A mezzodí passò il meccanico di Milo, che comprava il suo toscano e parlò di politica. «I discorsi di Amelio, — pensavo io. — Li porta il mestiere». Ce l’aveva con quelli che mangiano i soldi del popolo e han bisogno che non si protesti, per poter digerire. — Ma stavolta la pignatta è andata per fuoco, — diceva. — Se ne accorgono in Spagna. Non so se mi spiego.

— Solo i fascisti mangiano? — gli dissi.

— È la cucina che è fascista, — disse lui. — Non c’è bisogno di portare la camicia.


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