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aveva insegnato la vita civile. A quei tempi la Clari somigliava a Lilí, e lui Lubrani che veniva dalla teppa gli piacevano queste gattine pulite. Poi siccome era furbo, si era accorto che dentro il teatro queste donne non durano.

— Nel teatro si sta con le unghie e coi denti, — mi disse Carletto. — Ti fan la forca tutti quanti. Se sei gatto ti metti a graffiare. Figurati un po’ le Lilí come mordono.

Cosí girammo tutto il giorno, e avrei voluto anche dormire insieme a lui. C’eran due notti da passare. Lui mi parlava di Lubrani. Ma se stavo da solo era peggio. Quel che pensavo stando solo non mi sarebbe mai piú uscito dalla testa.

Verso sera Carletto mi domanda: — Cos’hai che non va?

— Perché, ho qualcosa?

— Sai che cosa facciamo? — mi disse. — Vatti a pigliare la chitarra e ci troviamo un posto al caldo. Si beve una volta.

— Né chitarra né sbronza, — gli dico. — Non ho voglia di niente.

— Ma io sí, — dice lui.

Carlandrea ci guardava dal solito posto. Vide venire la bottiglia e cominciò a soffiarsi il naso. Carletto riempi i due bicchieri e mi chiese una cicca. Io gliel’accesi e in quel momento vidi Amelio nel letto.

— C’è qualcuno che ride stavolta, — dissi brusco a Carletto. Non mi tenni. Carletto restò a bocca aperta, e lasciò il fumo uscire adagio. «Qui mi gira la testa, — pensai, — non ci resisto».

Allora dissi piú tranquillo: — Dài da bere al vecchiotto. Son soltanto tre giorni che ho preso una sbronza. Non resisto.

Carletto disse: — Vuoi che andiamo al Varietà?

Mi misi allora con la testa sulle braccia, come se fossi troppo stanco. Sentii che Carletto parlava col vecchio. Sentii che il vecchio era venuto al nostro tavolo. Il tavolino era di marmo e chiusi gli occhi.

Mi ricordai quella mattina ch’ero andato da Amelio con lei. Mi ricordai quand’era entrata e che cosa diceva. Allora aveva la sciarpa celeste. Mi ricordai che ero scappato. C’eravamo urtati col fianco in cucina. Tutto quel fatto non aveva un senso, allora. Tutto doveva ancor succedere. Era come se allora fosse stato quest’oggi. Solamente adesso capivo il perché.

Ci pensai sopra, cosí solo, per un pezzo. Sentivo Carletto bur-


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