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costume e preso il sole dappertutto. — Si sta bene, — mi disse. Dovremmo stare sempre nudi tutti quanti. Se la gente uscisse nuda per strada, sarebbe piú buona.
— Non ci vai in piscina?
— No, — mi disse, — è acqua sporca.
Poi uscimmo; era bianco e gelato tra gli alberi, e cercammo tra le macchine se si vedeva la Lancia. Ci toccò ritornare col tram. Con la neve a me piace fumare e passeggiammo sotto i portici a finir la sigaretta, poi entrammo in un bar.
— Che cosa ti dicono a casa, che sei sempre in giro?
— Quel poco che sto, li tormento suonando. Studio sempre. Qualche sera dobbiamo passarla a suonare.
— Al Varietà devi venire. Non ci vai mai. Devi provare con Lubrani.
— Non mi piace Lubrani.
Eravamo sull’uscio di casa. — Vuoi salire? — mi disse.
Cosí passavano quei giorni, e sapevo che, uscendo a mezzogiorno, c’era Lubrani che la portava al bar. Me lo disse lei stessa ma tutte le sere veniva con me, e avrei dovuto esser geloso e non potevo. Che cos’altro poteva trovarci se non dei quattrini? Se veniva con me non cercava i quattrini.
M’ero quasi scordato di Amelio. Ci pensavo soltanto quando uscivo di casa e passavo sul corso. Ormai vivevo come lui nei tempi che girava con Linda e lavorava. Mi mancava soltanto il lavoro. Non lo volevo da Lubrani. Dissi a Linda che smettesse di seccare Lubrani. — Come vuoi, — disse lei, — ma era l’unica strada. — Al suo posto, — le dissi, — farei di tutto per levar di mezzo un Pablo. — Sciocco, — mi disse, — è per questo che deve aiutarti. Non mi faresti tu un piacere se io volessi?
— Lui lo sa, — disse poi, — che se riesci ti gira la testa e non pensi piú a me.
— Io non voglio riuscire.
— Riuscirai, — disse Linda tranquilla, — sei giovane. Non si può far l’amore per tutta la vita.
— Si sta insieme per questo.
— Dio mio, — disse Linda.
— Non si farà sempre l’amore. Si sta insieme. È un’altra cosa.
— Lo vedi, — mi disse tranquilla, — che l’amore non c’entra?
Quasi ogni sera dicevamo queste cose. E di giorno cercavo
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