Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— Camobreco è il vecchio orefice, — spiegò Gaetano, — che l’anno scorso gli ha tirato un colpo di rivoltella dalla finestra della stanza da letto. Mentre il vecchio contava i denari, don Giannino Catalano gli godeva la moglie. L’hanno poi aggiustata dicendo che di notte gli era parso un ladro.
— O ci credete voi? — disse uno.
— Nessuno ci crede, ma Camobreco per vivere in pace vuole che sia un ladro. Ingegnere, prima che andiate, una parola.
Gaetano l’accompagnò verso la spiaggia. Sotto il sole sudaticcio Stefano tentava di proseguire per spogliarsi al piú presto, mentre il compagno lo tratteneva per un braccio.
— Venite a bagnarvi, Fenoaltea, — disse Stefano. Gaetano si fermò tra due case che gettavano ombra.
— Voi pigliate l’abitudine del mare: come farete quest’inverno? — disse.
— Se ne prendono tante. Sono la sola compagnia.
— E le donne, ingegnere, come ne fate senza? Non avevate l’abitudine?
Stefano sorrise. Gaetano, appoggiato al muro, gli palpeggiava il bavero fra le dita della destra.
— Vi lascio andare, ingegnere, al vostro bagno. Ma volevo avvertirvi. Sono quattro mesi, vero? che voi mancate da casa. Siete un uomo?
— Basta non pensarci.
— Scusate, non è una risposta. Volevo avvertirvi. Non fidatevi di don Giannino Catalano. Se vi serve una donna, dite a me.
— Che c’entra?
Gaetano si mosse sulla sabbia della stradicciola, riprendendo a braccetto Stefano, e all’angolo apparve il mare.
— Vi piace veramente quella serva, ingegnere?
— Quale?
— Concia, via, che vi pare una capra. Sí...?
Nell’aria immobile Stefano si fermò. Disse improvvisamente: — Fenoaltea...
— Non vi agitate, ingegnere, — e la mano grassoccia gli corse il braccio a carezzargli la mano. — Volevo avvertirvi che, nella casa dove serve, ci bazzica don Giannino Catalano, che non è uomo da spartire una donna. Specialmente con voi, che non siete di qua.
Quel giorno nell’acqua c’era una banda di ragazzini: due, spe-
33 |