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chiamiate donne quelle sottane che ballavano tra loro, sotto gli occhi del parroco. Con gli uomini non ballano mai?

— Non era mica una festa di nozze, — rispose Gaetano.

— Non avete provata nessuna simpatia? — disse il calvo Vincenzo.

— Sí, sentiamo: qual era la piú bella? — disse Gaetano, interessato.

Tutti guardavano Stefano. Gli occhi fondi e maliziosi di qualcuno invitavano. Stefano girò lo sguardo e distaccò la sigaretta.

— Ecco, non vorrei coltellate, — disse adagio e con un cenno cortese, — ma la piú bella non c’era. Avete una bellezza autentica e non c’era...

Non voleva parlare, e parlava. L’orgasmo degli altri gli dava un’importanza che lo faceva parlare. Sentiva di confondersi con loro, di essere sciocco come loro. Sorrise.

— ... Non c’era...

— Ma chi è?

— Non lo so. Con licenza parlando, credo faccia la serva. È bella come una capra. Qualcosa tra la statua e la capra.

Tacque, sotto le domande incrociate. Provarono a dirgli dei nomi. Rispose che non ne sapeva nulla. Ma dalle descrizioni che gli fecero, riportò l’impressione che si chiamasse Concia. Se era questa, gli dissero, veniva dalla montagna ed era proprio una capra, pronta a tutti i caproni. Ma non vedevano la bellezza.

— Quando sembrano donne, non vi piacciono? — chiese Vincenzo, e tutti si misero a ridere.

— Ma Concia è venuta alla festa, — disse un giovane bruno, — l’ho veduta girare dietro la chiesa con due o tre ragazzini. Ingegnere, la vostra bellezza serve ai ragazzini.

— Chi vuoi che la voglia? Ha servito anche al vecchio Spanò che l’aveva a servizio, — disse Gaetano guardando Stefano.

Stefano lasciò cadere il discorso. Quel senso di solitudine fisica che l’aveva accompagnato tutto il giorno fra la calca festaiola e il cielo strano di lassú, rieccolo ancora. Per tutto il giorno Stefano s’era isolato come fuori del tempo, soffermandosi a guardare le viuzze aperte nel cielo. Perché Giannino gli aveva detto ridendo: «Andate, andate, con Fenoaltea. Vi divertirete»?

Stefano avrebbe potuto mescolarsi con gli altri e dimenticare il lucido pomeriggio esterno cantando e gridando in quella stanza


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