Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/335


legra; metteva coraggio. Non avevo ancor sentito nessuno parlare cosí di quel fatto.

Da Amelio ci andai l’indomani e lo trovai finestra aperta, dentro il letto. Non disse niente dei giorni passati, né che mi aveva mandato a chiamare. Era sempre grande e lungo e portava un maglione giallo: la faccia era la stessa ma sbattuta, come di chi non ha dormito. La stanza era in disordine. Dalla finestra entrava piano la nebbia. Sembrava di essere in strada.

Non gli chiesi com’era andata, perché già si sapeva. Lui, mi chiese che cosa facevo e se avevo molto usato la chitarra in quei mesi. Alzai le spalle. — Che chitarra — . Tirai fuori il pacchetto e accesi a tutti e due.

— Siamo andati a vedere la moto, — gli dissi. — In che stato. Vendi i pezzi?

— Una moto si aggiusta, — mi fece. — Non ha mica le gambe, una moto.

La nebbia che entrava mi bagnava le mani. Fuori era fresco, era mattino. — Senti, — gli dissi, — non hai freddo?

— Chiudi, è freddo.

Passai davanti alla specchiera, e lo vidi riflesso. Stando nel letto lui si vedeva tutto il giorno come a sporgersi da una barca. Vedeva prima le coperte, poi un pezzo di lenzuolo, poi la maglia e la faccia e le mascelle, e quel fumo.

— Fumi forte? — gli chiesi.

Staccò la cenere col dito e ghignò un poco.

— Questa è la prima. Le finisco di notte.

Ero venuto dal negozio con un pacco da cento e non sapevo come fare. Colsi il momento e gliele misi sopra il letto tra i giornali.

— Io da quel giorno la chitarra non l’ho piú portata a spasso, — dissi intanto. — Sono stufo. Vale la pena la chitarra per divertire quattro stupidi che si fanno trovare la sera nei prati? Fanno baccano, fanno i matti, cosa c’entra la chitarra? D’or innanzi se voglio suonare mi metto da solo.

— Anche da soli non è allegro, — disse Amelio. — Hai fortuna che non devi suonare per vivere.

Potevo dirgli ch’ero stufo della vita che facevo e che avrei preferito suonare per vivere? Che il mondo era grande e volevo cambiare? girarlo e cambiare? Quel mattino sapevo soltanto che qualcosa avrei fatto. Tutto doveva ancor venire.


331