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Poi si seppe che Amelio era tutto ingessato e le gambe gli morivano. Io ci pensavo giorno e notte e avrei voluto che la gente non mi parlasse piú di lui. Adesso si diceva che con lui quella notte c’era stata una ragazza, ch’era volata dentro il prato senza nemmeno spettinarsi, e che andavano come due matti, erano sbronzi, e falla un giorno falla un altro finisce cosí. Ne dicevano tante. La ragazza me la fecero vedere un mattino che passava sul corso, di fronte al negozio. Era alta, ben messa. Nessuno avrebbe detto vedendola che aveva fatto quel salto. Andava bene per Amelio, questo sí. L’idea che per tutta l’estate avevan corso le autostrade stretti insieme sulla moto, mi fece una rabbia. Valeva anche la pena di spaccarsi la testa. Adesso dicevano che andava a trovarlo. Meno male. Non c’era bisogno che andassimo noi.

Stavo poco in negozio quei giorni. Uscivo senza compagnia e andavo a Po. Mi sedevo su un asse e guardavo la gente e le barche. Era un piacere stare al sole la mattina. Volevo capire perché fossi stufo e perché proprio adesso che mi sentivo come un cane, non volessi piú saperne degli altri. Pensavo che Amelio non poteva sedersi e non avrebbe camminato mai piú. Amelio viveva per questo — tutto il giorno provava motori — come farebbe adesso a vivere? Forse in barca poteva tornarci. Ma, anche avendo dei soldi, non è la barca che può soddisfare, non la chitarra, non è niente. Lo vedevo da me. Cosa avrei dato per sapere come Amelio viveva prima di rompersi la schiena. Forse perché faceva a meno di chiunque e non diceva quattro parole in un discorso, non mi era mai venuto in mente di parlargliene. Tante sere ero stato con lui — la chitarra suonava e ci piaceva a tutti e due — bevevamo un bicchiere, poi si tornava lui sul corso, io nel negozio. L’avevo sempre conosciuto con quella giacca impermeabile da motociclista. Passava un momento in negozio e diceva «Stasera?» Le sue ragazze non le aveva mai fatte vedere. Se all’osteria capitavano degli altri, lui restava al suo tavolo.

Un mattino entrò decisa, ridendo, la ragazza del corso e mi chiese chi era Pablo.

— Sono Linda, — disse. — Mi manda Amelio ch’è tornato e non può muoversi. Vuol vedere qualcuno.

Mia madre ch’era in negozio s’informò della salute di Amelio. Parlarono un po’ tra donne, e Linda si guardava intorno. Era al-


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