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tacque e abbassò gli occhi. Capii ch’era la donna della spiaggia, quella sua amante per ridere. Berti non si mosse.

La padrona diceva: — Non c’è, non so niente — . L’altra strillava villanie affermando che nessuno le aveva mai mancato di rispetto e che non basta l’acqua santa per lavarsi la faccia.

Quando tacquero e qualcuno s’allontanò, aspettai che Berti parlasse, ma Berti guardava a mezz’aria con la faccia indurita e distratta, e stava zitto.

Gli dissi, quando se ne andò, di fare in modo che quelle cose non succedessero. Tagliai corto e chiusi la porta.

Allo scoglio quella sera non venne. Venne Guido, asciugandosi il sudore. Clelia gli chiese canzonatoria quando sarebbero tornati a ballare lassú.

— Senti? — disse lui a Doro. — Tua moglie ha voglia di ballare.

— Io no, — disse Doro.

Clelia mi stava raccontando di una loggetta di quel vecchio palazzo dello zio, che quella sera le tornava in mente e avrebbe voluto trovarcisi. Guido l’ascoltò un poco, poi disse che io ero proprio l’uomo adatto per apprezzare quelle voci del passato.

Clelia sorrise interdetta, e gli rispose che i discorsi sul presente li attendeva da lui. Guardammo Guido che ammiccò — credo per me — e replicò a Clelia che almeno ci raccontasse qualcosa di interessante — il primo ballo — il primo ballo di una donna è sempre pieno d’imprevisto.

— No, no, — disse Clelia, — vogliamo sentire del suo primo ballo. O anche dell’ultimo, quello di ieri sera.

Doro si alzò e disse: — Moderatevi. Io vado a nuotare.

— Già, — dissi. — Si parla sempre del primo ballo delle ragazze. E di quello dei maschietti? Che cosa succede ai futuri Guidi la prima volta che abbracciano una ragazza?

— Non esiste una prima volta, — disse Clelia. — I futuri Guidi non hanno cominciato una data volta. Lo facevano già prima di nascere.

Continuammo cosí fino al ritorno di Doro. Quegli scherzi aggressivi piacevano a Clelia, e vi mescolava un sottinteso tentante, una malizia che — forse sbaglio — Guido non sempre afferrava. O meglio, aveva l’aria di subirli preoccupato altrove, ma la compiacenza scontrosa con la quale si prestava al gioco mi fece sorridere.

Dissi: — Sembrate marito e moglie.


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