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usciva in quel momento dalla cabina infilandosi un bolero bianco sul costume. Le andai incontro e ci salutammo per scherzo. Ci allontanammo a poco a poco, parlando, e quando Berti fu scomparso dietro l’ombrello mi sentii meglio. Facevamo la solita passeggiata della spiaggia, tra la schiumetta e i crocchi distesi e rumorosi.

— Ho fatto il bagno con Ginetta, — dissi. — Lei non lo fa?

Fin dal primo giorno avevo accennato per cortesia a scendere in acqua con lei, ma Clelia si era fermata guardandomi, con un sorriso ambiguo. — No, no, — aveva detto. Io, sorpreso, l’avevo guardata. — No, no, vado in acqua da sola — . Non c’era stato verso. Mi aveva spiegato che lei tutto faceva in pubblico, ma col mare se la vedeva da sola. — Ma è strano. — È strano, ma è cosí — . Nuotava bene e non era per imbarazzo. Era una sua decisione. — La compagnia del mare mi basta. Non voglio nessuno. Nella vita non ho niente di mio. Mi lasci almeno il mare — . Si allontanò nuotando senza muovere l’acqua, e al suo ritorno l’aspettavo sulla sabbia. Tornai sul discorso, e Clelia alle mie proteste aveva risposto con un mezzo sorriso. — Neanche con Doro? — chiesi. — Neanche con Doro.

Quest’altra mattina scherzammo sul suo bagno misterioso, e scavalcavamo corpi, ridevamo di pancioni, criticavamo le donne. — Quell’ombrellone rosso, — disse Clelia, — sa chi c’è sotto? — S’intravedeva sullo sdraio un’ossuta nudità chiusa in un costume a due pezzi, reggiseno e calzoncini. Era abbronzata a zone; il ventre scoperto mostrava lo stampo di un precedente costume normale. Le unghie dei piedi e delle mani erano rosso sangue. Dallo schienale dello sdraio pendeva un bell’asciugamano di spugna rosa. — È l’amica di Guido, — bisbigliò Clelia, ridendo. — Lui se la porta dietro, e la tiene nascosta, e quando la incontra le bacia la mano e le fa i convenevoli — . Poi mi prese il braccio e si chinò: — Perché siete cosí volgari voi uomini? — Mi pare che Guido ha ogni sorta di gusti, — dissi. — Quanto a volgarità, ne ha molta. — Ma no, — disse Clelia, — è quella donna che è volgare. Lui poveretto mi vuol bene.

Presi a spiegarle che nulla è volgare di per sé ma siamo noi che facciamo la volgarità secondo che parliamo o pensiamo, e già Clelia guardava altrove e rideva di un berrettino rosso che un bimbetto aveva in capo.


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