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occhi. L’ombrellone sulla sabbia era deserto. Riparlammo di Mara e concludemmo che una spiaggia è fatta di donne, e tutt’al piú di bambini. Manca un uomo e nessuno ci bada; manca una Mara qualunque, e un crocchio si sfascia. — Guarda, — diceva Doro, — questi ombrelli sono tante case: ci fanno la calza, mangiano, si cambiano, vanno in visita; quei pochi mariti stanno al sole dove li ha messi la moglie. È una repubblica di donne.

— Si potrebbe dedurne che la società l’hanno inventata loro.

In quel momento approdò un nuotatore sotto gli scogli. Levò la testa dall’acqua, aggrappandosi. Era Berti.

Non dissi nulla e lo adocchiavo. Forse non mi vedeva lassú dov’ero — io quando esco dall’acqua non ci vedo a due passi — e se ne stette appoggiato al sasso, ballonzando sul fiotto. All’altezza della sua fronte, a pochi palmi, era distesa Celia, riversa e immobile. A Berti grondavano i capelli sugli occhi, e per tenersi faceva con le mani quei gesti tentacolari che sanno ancora di nuoto e d’instabilità. Poi si staccò d’improvviso e nuotò sul dorso, e tornò aggirando una roccia sommersa nel punto dove la sabbia si faceva scoglio. Di là mi vociò qualcosa. Lo salutai con un cenno e mi rimisi a parlare con Doro.

Piú tardi, quando Celia si riscosse dalla sua beatitudine e vennero le altre ragazze e certi conoscenti, io girai gli occhi sulla spiaggia e vidi Berti in piedi tra le cabine con un giornale in mano, che leggeva. Non era la prima volta. Ma, quel mattino, era chiaro che aspettava. Gli feci segno di avvicinarsi. Insistetti. Berti si mosse, piegando il giornale senza guardarci. Ai piedi delle pietre si fermò. Dissi a Doro: — Quello è il mio tipo intraprendente che dicevo — . Doro guardò e sorrise, poi si volse alla sua cassetta. Allora mi toccò scendere e accostato Berti dirgli qualcosa.

Presentare un giovanotto in mutandine nere a ragazze che vanno e vengono in costume e a signori in accappatoio, è una cosa di poca conseguenza e insomma scusabile. Ma la faccia grave e seccata di Berti m’irritò: mi sentivo ridicolo. Brontolai bruscamente: — Qui tutti ci conosciamo, — e passandoci accanto Ginetta che scendeva in acqua, le dissi: — Mi aspetti.

Quando tornai a riva — Ginetta restava in acqua per piú di un’ora — me lo rividi seduto sulla sabbia, tra il nostro ombrellone e il successivo, e si abbracciava le ginocchia.

Ce lo lasciai. Preferivo discorrere un poco con Clelia. Clelia


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