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Doro che a Genova s’era trovato moglie e azienda tutto insieme. A me la parola azienda fa rabbia, e persi la pazienza e dissi brusco: — Ma lei conosce la moglie di Doro?... E allora se non la conosce, stia zitto.

È quando tratto cosí la gente che mi accorgo di avere piú di trent’anni. Ci pensai per un po’, quella notte, mentre Doro e il manovale cominciavano coi ricordi del reggimento. Mi arrivò la bottiglia che, prima di passarmi, il bianco Ginio forbí con la palma della mano, e il sorso che diedi fu lungo, per sfogare nel vino i sentimenti che non potevo col canto.

— Sissignore, scusate, — mi disse Ginio riprendendo la bottiglia, — ma se tornate un altr’anno sarò sposato e ve ne stappo una in casa.

— Ti lasci sempre comandare da tuo padre? — disse Doro.

— Non è che mi lascio, è lui che comanda.

— Sono trent’anni che ti comanda. Non si è ancora fiaccata la schiena?

— È piú facile che gli fiacchi la sua, — disse quello della cravatta, ridendo nervoso.

— E cosa dice dell’Orsolina? te la lascia sposare?

— Non si sa ancora, — disse Ginio, e ritirò le gambe dal fosso e diede un guizzo sull’erba come un’anguilla. — Se non mi lascia, meglio ancora, — grugní, due passi lontano. Quell’ometto bianco come un panettiere, che faceva le capriole e dava a Doro del tu, me lo ricordo tutte le volte che vedo la luna. Feci poi ridere Clelia di cuore, descrivendoglielo. Rise con quell’aria beata che ha lei e disse: — Quant’è ragazzo Doro. Non cambierà mai.

Ma a Clelia non dissi quel che successe dopo. Ginio e Doro attaccarono un’altra canzone e stavolta berciammo tutti e quattro. Finí che dalla cascina una voce furente ci gridò di smettere. Nel silenzio improvviso Biagio strillò un’impertinenza e ripigliò provocante la canzone. Anche Doro ricomindava, quando Ginio saltò in piedi. — No, — balbettò, — mi ha conosciuto. È mio padre — . Ma quel Biagio non voleva saperne, bisognò che Ginio e Doro gli cascassero addosso, per tappargli la bocca. Barcollando e scivolando sull’erba c’eravamo appena mossi di là, che a Doro venne un’idea. — Le sorelle delle Murette, — disse a Ginio. — Qui non si può cantare, ma loro una volta cantavano. Andiamo da Rosa — . E ci andava senz’altro, senonché il giovanotto mi prese il braccio e mi


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