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e cantare una volta con chi so io. Mi prendo uno svago e basta.

Volevo dirgli: «Non è vero», ma tant’è stetti zitto. Diedi un calcio a una pietra e tirai fuori la pipa. — Lo sai che canto male, — dissi a denti stretti. Doro alzò le spalle.

Mattino e pomeriggio ci passarono in tranquillo vagabondaggio, per le salite e le discese del poggio. Pareva che Doro facesse apposta a infilare sentierucoli che non portavano in nessun luogo ma morivano nell’afa su un greto, contro una siepe, sotto un cancello chiuso. Risalimmo anche un pezzo dello stradone che traversava la valle, verso sera quando il sole già basso sulla pianura la riempiva tutta di pulviscolo e le gaggie cominciavano a tremolare alla brezza. Mi sentivo rivivere, e anche Doro divenne piú loquace. Parlò di un certo contadino che ai suoi tempi era famoso per cacciare di casa le sorelle — ne aveva parecchie — e poi fare il giro delle cascine dove queste cercavano rifugio, presentandosi fuori di sé ed esigendo un pranzo di riconciliazione. — Chi sa se è ancora vivo, — disse Doro. Stava in una cascina che di laggiú si vedeva. Era un ometto secco che parlava poco e tutti lo temevano, però aveva una cosa: non voleva sposarsi perché diceva che gli sarebbe rincresduto dover scacciare anche la moglie. Qualcuna delle sorelle era poi scappata davvero, suscitando in paese la soddisfazione generale.

— Cos’era? un uomo rappresentativo? — dissi.

— No, un uomo nato per tutt’altro, uno spostato, uno di quelli che imparano a esser furbi perché fanno una vita che non li contenta.

— Tutti dovrebbero esser furbi, allora.

— Infatti.

— Si è poi sposato?

— Macché. Si tenne una sorella, la piú robusta, che gli faceva dei figli e lavorava la vigna. E stavano bene. E forse stanno ancora bene.

Doro parlava con un tono sarcastico, e parlando girava gli occhi sulla collina.

— L’hai mai raccontata questa storia a Clelia?

Doro non mi rispose; fece la faccia di chi pensa ad altro.

— Clelia è tipo da divertirsi a sentirla, — continuai. — Tanto piú che non è tua sorella.

Ma in risposta non ebbi che un sorriso. Doro, quando voleva,


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