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a passeggiare, e lui entrò in diversi negozi per darmi a intendere che aveva da fare commissioni. Verso sera prendemmo la vecchia strada della collina che tante volte in passato avevamo percorso insieme, e finimmo in una saletta tra di casa d’appuntamenti e di trattoria che da studenti c’era parsa il non-plus-ultra del vizio. Facemmo la passeggiata sotto una fresca luna estiva che ci rimise un poco dall’afa del giorno.
— Sono in campagna quei tuoi parenti? — chiesi a Doro.
— Sí, ma a trovarli non vado lo stesso. Voglio star solo.
Questo da Doro era un complimento. Decisi di far la pace con lui.
— Scusa, — gli dissi piano. — Al mare ci potrò venire?
— Quando vuoi, — disse Doro. — Ma prima fammi compagnia. Voglio scappare ai miei paesi.
Di questo discorremmo cenando. Ci serviva, squallida e maltruccata, una figlia del padrone, forse la stessa che in passato ci aveva tante volte attirato lassú, ma vidi che Doro non badò a lei né alle sorelle piú giovani che comparivano di tanto in tanto a servire certe coppie negli angoli. Doro beveva, questo sí, con molto gusto e incitava me a bere e s’infervorava a parlare delle sue colline.
Ci pensava da un pezzo, mi disse; erano — quanto? — tre anni che non le rivedeva, voleva prendersi una vacanza. Io ascoltavo, e quel discorso accendeva me pure. Anni e anni prima che lui si sposasse, avevamo fatto, a piedi e col sacco, il giro di tutta la regione, noi soli, spensierati e pronti a tutto, tra le cascine, sotto le ville, lungo i torrenti, dormendo a volte nei fienili. E i discorsi che avevamo tenuto — a pensarci arrossivo, o mi struggevo quasi incredulo. Avevamo allora l’età che si ascolta parlare l’amico come se parlassimo noi, che si vive a due quella vita in comune che ancor oggi io, che sono scapolo, credo riescano a vivere certe coppie di sposi.
— Ma perché non fai la gita con Clelia? — dissi senza malizia.
— Clelia non può, non ne ha voglia, — balbettò Doro, staccando il bicchiere. — Voglio farla con te — . Questa frase la disse con forza, corrugando la fronte e ridendo, come faceva nelle discussioni infervorate.
— Insomma, siamo tornati ragazzi, — brontolai, ma forse Doro non sentí.
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