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XVI.
Ginia chiese se disturbavano e Guido le diede un’occhiata comica che la lasciò perplessa. Vicino al caminetto c’era una catasta di legna. Intanto Amelia andò al sofà e si sedette, dicendo tranquilla che faceva freddo. — Dipende dal sangue, — brontolò Rodrigues dal caminetto.
Ginia pensava chi potesse mai venire quella sera, che accendevano persino il fuoco. Ancora ieri quella legna non c’era. Nessuno parlò per un momento, e lei si vergognava della sfacciataggine di Amelia. Quando la fiamma ebbe attaccato. Guido disse a Rodrigues senza voltarsi: — Tira sempre — . Amelia scoppiò a ridere come una scema, e anche Rodrigues fece una smorfia di piacere. Poi Guido si alzò e spense la luce. La stanza divenne un’altra, piena d’ombre che ballavano.
— Noialtri insieme siamo sempre quelli, — disse Amelia dal sofà. — Come si sta bene.
— Mancano solo le castagne, — disse Guido. — Il vino c’è.
Ginia allora si tolse il cappello, felice, e disse a tutti che le castagne le vendeva arrostite la vecchia sull’angolo.
— Tocca a Rodrigues, — disse Amelia.
Ma Ginia corse lei giú dalle scale, perché era contenta che non fossero piú offesi. Dovette girare al freddo un pezzo, perché la vecchia non c’era, e girando pensava che una cosa simile Amelia non l’avrebbe fatta per nessuno. Quando rientrò era trafelata. Nella stanza che ballava, vide Rodrigues rannicchiato in fondo al sofà come una volta, ai piedi di Amelia distesa. E Guido in piedi, nell’ombra rosseggiante, che parlava e fumava.
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