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po’ di luce, Ginia avrebbe immaginato di aver Guido vicino e gli avrebbe fatto una carezza. Chiuse gli occhi per pensarci.

— Com’è bello, — disse forte.

Poi chiese ancora una volta a Rodrigues se non sapeva l’ora precisa di domani. Ma Rodrigues rispose che magari Guido ritornava in bicicletta. Allora parlarono dei paesi di Guido e, senz’esserci mai stato, Rodrigues glieli descrisse per burla come fatti di porcili e pollai e con le strade cosí sfondate in quella stagione, che forse non si poteva venir via. Ginia allora gli fece il broncio e gli disse di smetterla.

Uscirono insieme e Rodrigues promise che non avrebbe versato cenere. — Dormirò su una panchina stanotte. Va bene? — Uscirono dal portone ridendo e Ginia prese il tram pensando ad Amelia, a quelle ragazze dei disegni, e confrontandosi mentalmente con loro. Le pareva ieri che erano andate in collina, e adesso Guido tornava.

Si svegliò l’indomani costernata. In un niente fu mezzogiorno. Si era messa d’accordo con Rodrigues che, se Guido arrivava, si sarebbero trovati al caffè. Passò al caffè in punta di piedi, e dalla vetrina li vide al banco. Guido con l’impermeabile era magro, se ne stava col piede appoggiato alla sbarra. Ginia non l’avrebbe riconosciuto da solo. Per l’impermeabile aperto gli vide una cravatta grigia, non la sua. Guido, cosí in borghese, non sembrava piú un giovanotto.

Parlavano, lui e Rodrigues, ridendo. Ginia pensò: «Ci fosse Amelia. Farei finta di andare da lei». Per decidersi a entrare dovette ricordarsi che gli aveva pulito lo studio.

Era ancora sull’ingresso quando Guido la vide, e allora lei gli andò incontro come se entrasse per caso. Mai come in quel momento Guido le aveva dato soggezione. Tra la gente che andava e veniva, Guido le tese la mano, continuando a parlare rivolto a Rodrigues.

Non si dissero quasi niente. Guido aveva piú fretta di lei, perché qualcuno lo aspettava. La rincuorò con un sorriso, chiedendole: — Stai bene? — e sulla porta gridò: — Arrivederci!

Ginia andò verso il tram, sorridendo come una stupida. In quel momento le presero il braccio, e una voce, la voce di Guido, le disse all’orecchio: — Ginetta!

Si fermarono e Ginia aveva le lacrime agli occhi. — Dove andavi? — le chiese Guido. — Andavo a casa. — Senza salutarmi? — e


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