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iniezioni. Si fermarono indecise sulla porta e finalmente Amelia disse: — Non salire, se no trova anche a te qualche male, — e saltò svelta sullo scalino e disse ancora: — Ciao, Ginia, — tanto che Ginia, cosí allegra che era prima, tornò a casa disperata. Nemmeno pensare che tra un giorno ci sarebbe stato Guido, la consolava abbastanza.
Anche la domenica passò, come un sogno. Ginia stette nello studio tutto il pomeriggio, e scopò, strofinò, mise in ordine. Rodrigues non si provò nemmeno, a darle noia. L’aiutò a portar via delle montagne di cartocci e di bucce. Poi sbatterono i libri del caminetto e li posarono sopra una cassa a biblioteca. Quando lavarono i pennelli, Ginia si fermò un momento incantata: l’odore dell’acqua ragia le ricordava Guido come se l’avesse vicino. Sorrise, perché Rodrigues non capiva.
— È fortunato, quel porco, — disse Rodrigues, quando Ginia ebbe finito e uscí da dietro la tenda con l’asciugamano. — Mai piú se l’aspetta.
Poi prese il tè vicino alla stufa, ce fecero passare delle cartelle di Guido che avevano trovato sotto i libri, ma Ginia fu delusa perché c’erano soltanto dei paesaggi e la testa di un vecchio.
— Aspetta, aspetta, — disse Rodrigues, — Io so che cosa cerchi.
Dopo un po’ cominciarono i disegni di donne. Sembravano figurini. Ginia guardava divertita, perché era la moda di due anni prima. Poi ne comparvero di nude. Poi comparvero degli uomini nudi, e Ginia voltò in fretta perché Rodrigues, appoggiato contro il muro, si sporse. Finalmente tornò una donna vestita, una ragazza dalla faccia quadra, campagnola, testa e spalle. — Chi è? — disse Ginia.
— Sua sorella, sarà, — disse Rodrigues.
— Luisa?
— Non so.
Ginia studiò quegli occhi grossi, e quella bocca sottile. Non somigliava a nessuno. — È bella, — disse. — Non ha l’aria addormentata che fate sempre voi pittori.
— Parla per lui, — disse Rodrigues, — io non c’entro.
Ginia era tanto contenta che, se Rodrigues l’avesse saputo, avrebbe potuto baciarla. E lui invece se ne stava malinconico, rannicchiato sul sofà, e se non fosse che dai vetri entrava ancora un
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