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X.

Uscirono insieme tutti e quattro senza parlare, e Guido e Rodrigues le accompagnarono al tram. Guido col berretto negli occhi non era piú lui, ma le stringeva la mano tra le sue e le diceva: — Cara, Ginetta — . Camminando, pareva che il marciapiede sprofondasse. Amelia si prese Ginia a braccetto.

Mentre aspettavano il tram, si misero a parlare di biciclette. Ma Guido le venne accanto e le disse piano: — Guai a te se cambi idea. Non ti farei piú il ritratto — . Ginia gli fece un sorriso e gli tenne la mano.

Salite sul tram, Ginia fissava la schiena del manovratore e non parlava. — Vai a casa e ti metti a letto, — disse Amelia. — È piú il vino che altro. — Non sono ubriaca, — disse Ginia, — non credere. — Vuoi che ti tenga compagnia? — disse Amelia. — Lasciami stare — . Allora Amelia le parlò dell’altra volta per spiegarle com’era andata, e Ginia ascoltava il rumore del tram.

Quando fu sola in casa, cominciò a sentirsi meglio perché non aveva piú addosso gli occhi di nessuno. Si sedette sul letto e stette un’ora a guardare per terra. Poi di colpo si spogliò, si cacciò sotto e spense il lume.

L’indomani c’era il sole, e a Ginia vestendosi pareva di esser stata malata. Pensò che Guido era già in piedi da tre ore, e si sorrise nello specchio e si baciò. Poi uscí, prima che tornasse Severino.

Si stupiva di camminare come sempre, e di aver fame e pensava a una cosa sola: che d’or innanzi doveva trovarsi con Guido senza quei due. Ma Guido le aveva detto soltanto di venire allo studio; di appuntamenti fuori non aveva parlato. «Bisogna che


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