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il corpo, perché, quando la modella è nuda, la faccia i pittori gliela cambiano apposta. — Figurati se han questi riguardi, — disse Rosa, e la presero in giro per la sua ingenuità. — Io sarei contenta se un pittore mi facesse il ritratto e mi pagasse ancora, — disse Clara. Allora discussero se Amelia era bella, e il fratello di Clara, che era stato in barca con loro, si mise a dire che nudo era piú bello lui. Tutte ridevano e Ginia disse, ma non l’ascoltarono: — Se non fosse ben fatta un pittore non la copierebbe — . Restò umiliata quella sera, e avrebbe pianto dalla rabbia; ma i giorni passavano, e la volta che incontrò di nuovo Amelia — scendendo dal tram — si accompagnarono discorrendo. Ginia era persino piú elegante di Amelia, che camminava col cappello in mano e rideva mostrando i denti.

L’indomani pomeriggio Amelia venne a cercarla. Comparve nel caldo, sulla porta spalancata, e Ginia la vide dal suo buio, senz’esser vista. Si fecero feste, una volta spalancate le imposte, e Amelia guardava intorno, facendosi vento col cappello. — L’idea dell’uscio mi piace, — disse Amelia. — Sei fortunata. A casa mia non si potrebbe, perché stiamo a pianterreno — . Poi guardò nell’altra stanza dove dormiva Severino, dicendo: — Da noi c’è la fiera. In due stanze siamo in cinque, senza i gatti — . Uscirono insieme, quando fu l’ora, e Ginia le disse: — Quando sei stufa del tuo pianterreno, vieni a trovarmi; qui si sta in pace — . Voleva che Amelia capisse che non parlava per dir male dei suoi, ma perché era contenta che si fossero capite. E Amelia, senza dire sí né no, le offri un caffè prima del tram. Poi, l’indomani non si vide, né il giorno dopo. Venne invece una sera, senza cappello, e si sedette sul sofà e chiese ridendo una sigaretta. Ginia finiva di lavare i piatti e Severino si faceva la barba. Le diede lui la sigaretta e gliel’accese con le dita bagnate, e scherzarono tutti e tre sui lampioni. Severino doveva scappare, ma fece in tempo a dire a Ginia che non passasse la notte bianca. Amelia lo guardò uscire con una faccia divertita.

— Non cambi mai sala da ballo? — disse a Ginia. — Quei ragazzi sono tanto cari ma tengono caldo. Come le tue amiche.

Se ne andarono al centro, tutte e due senza cappello, seguendo il fresco dei corsi, e per cominciare presero il gelato e leccandolo guardavano la gente e ridevano. Con Amelia era tutto piú facile, e ci si divertiva di gusto come se niente importasse e quella sera


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