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La Pina si ferma a sentire facendo un verso con la bocca, anche lei, come un bambino che piange, e l’Adele mi dice sulla porta: — Bisogna chiedere a Gisella. Son cose? — e mi chiude fuori.

Mentre rompevo la legna in cucina, vedo ancora una macchia di sangue sulla finestra. — Quest’è il coniglio, — dico. — C’era la pelle là vicino. L’ha scannata come un coniglio — . E allora me la rivedo nuda sotto le piante, che non mi toglieva gli occhi d’addosso e mi diceva: — Non mi ha mai toccata, cosa credi? parlavamo soltanto — . E mi monta la rabbia, perché sembravano tutti d’accordo a lasciarla morire come se fosse roba loro.

Vengo sulla porta e grido a Vinverra di correre. Corrono lui e la vecchia, e gli dico di accendere e scaldare dell’acqua perché Gisella moriva di freddo. La vecchia si butta alle fascine e chiama i piccoli e li fa lavorare, e mettono al fuoco una pentola grossa e la Pina corre a prendere l’acqua con noi. Vinverra, la guardia e Gallea ci guardavano senza parlare.

Tirando il secchio pensavo: — A quest’ora è già morta e facciamo il lavoro dei matti. A quest’ora è già morta — . Dando il secchio alla Pina pensavo: — Ma l’Adele diceva di chiedere a lei.

Poi pensavo a Talino e a quell’altro. E pensavo alla Grangia. — Sta’ a vedere, — dicevo, — che Talino è scappato nella cisterna. E nessuno ci pensa.

Scaldata l’acqua, la vecchia chiama la Pina e Miliota, che entrano scalze nella cenere e staccano il manico, e Miliota con gli occhi rossi non faceva a tempo a piangere. — Levateci i bambini dai piedi, — dico alla vecchia. — Andate a vedere se il medico arriva.

Ma la vecchia testarda voleva restare in cucina e che tutti restassero lí. Correva alla porta e ascoltava il discorso che gli uomini adesso facevano in mezzo al cortile. Correva alla stanza del torchio e guardava nell’aia. Il trambusto era finito e si sentiva il fuoco morire e veniva sera.

Poi vedo i tre che si avvicinano alla porta, e Vinverra entra dentro e chiama gli altri. Gallea e la guardia volevano restare sul trave, e allora il vecchio tira giú la bottiglia, cerca i bicchieri e sulla porta versa da bere. Bevono alzando gli occhi e Gallea, ch’era voltato verso casa, si fermò un po’ di piú col naso in aria, guardando la finestra dove correvano le donne. Un bambino cominciò


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