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che voleva salire la scala. Mi sporgo e dico: — È scappato dal buco del fieno.

Non bastavano in due a tenere la vecchia. Appena sceso le chiedo: — E Gisella? C’è il medico? — La vecchia voleva vedere Talino per gridare, ma io scommetto che aveva invece paura che gliel’avessimo toccato. — State tranquilla, ci pensa la forza, — le faccio, — ha finito di cimentare la gente — . E di nuovo, mentre parlavo, la voce mi saliva alla testa e il cuore in bocca.

Allora corro in cucina, perché avevo pensato che Gisella era morta. Trovo la Pina che scaldava dell’acqua sulla fiamma del petrolio. C’era ancora quel catino sul tavolo, rosso. — E Gisella? La Pina scappa su per la scala con l’acqua.

Allora salgo anch’io la scala e mi scontro col vecchio. — E Gisella? — Mah, — dice lui, — non parla piú. — Siete tutti insensati, — gli grido, — bisogna stagnarle il sangue.

Traverso la stanza da letto, ne traverso una seconda; era dall’altra parte. Allora arrivo a una porta aperta e sento odore d’aceto. Sento la voce di Adele: — È di freddo che muore, ha le unghie bianche.

Allora entro dentro, e l’Adele e la Pina buttavano una coperta sul letto. C’era dell’acqua rovesciata, c’era una lampada accesa anche qui, che scaldava dell’acqua. Vedo dalla finestra uno che corre nella stoppia.

Guardo Gisella e non sembrava piú lei. Non era smorta la faccia, ma tutta lavata, sembrava bollita, e gli occhi aperti e fermi che si potevano toccare. Qualche spruzzo di sangue era ancora sul cuscino, e gliene usciva un filo di bocca e Miliota con un panno lo asciugava adagio. Solo l’Adele mi fece attenzione e mi disse: — Ernesto è sotto che fa fuoco.

Gisella era tutta fasciata, le usciva un braccio sulla coperta e sembrava di un’altra, cosí scuro e rotondo.

— Ma Ernesto non è mica sotto, — dico.

— Allora è corso dietro a Talino.

— Talino è scappato.

— Quel mulo d’un mulo.

Poi l’Adele mi dice: — Andate voi a far fuoco. Bisogna scaldare Gisella che ha freddo. Andate, adesso le cambio le pezze, e aveva una bocca che sembrava cucita.

— Ma dite una cosa. Non è lui che l’altra volta l’ha ferita qui?


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