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Finalmente all’osteria troviamo una guardia dagli occhiali neri, che ci dice che il segretario è andato nei beni e torna a notte. — Cosa volete? — Vinverra lo piglia da parte e gliela fa lunga. — Date qua, — dice quell’altro. — Domani battete il grano — . Gli do il libretto e gli dico che mi denunci anche il domicilio. Allora la guardia si siede e comanda del vino. — Venite a bere stasera e gli portate il libretto, — dice Vinverra e voleva andarsene. Io tenevo d’occhio la padrona ch’era di quelle vedove ancor fresche che domani conviene conoscere. — Voi si che avete il vino buono, — lei dice a Vinverra sulla porta, — e ci avete anche le figlie per servirlo. State attento a questo giovanotto che mi ha l’aria abboccata.

Vinverra allora torna indietro, e beviamo una volta. Vinverra loda il vino e poi dice subito che vuol prendere ancora un pezzetto di messa. Allora gli dico che dia a me, pago io e intratterrò la guardia perché faccia tutto bene. Vinverra, come fosse mio padre, tira fuori due lire; poi ci ripensa e ne tira fuori cinque, e mi dice dalla porta che son quindici in tutto.

Di quella guardia non capivo la faccia.

— Cosí, venite da Torino? — mi dice.

— Ho una nipote, a Torino, — fa la padrona.

— Non la conosco.

Li faccio ridere parlando di Torino, e intanto racconto che Talino l’avevo conosciuto su un marciapiede, che chiedeva, a chi passava, dove stavano le ragazze. La vedova rideva senza aprire la bocca e facendosi vento. — Vigliacca, — le dico con gli occhi, vieni con me che ti levo il calore.

E invece lei dice: — Ma vi conviene lavorare per Vinverra?

— Mangiare si mangia.

— Lo sapete di dove usciva Talino quando l’avete incontrato?

— Ah! — dice la guardia come se sputasse, e non si capiva la faccia.

— So che dà fuoco per scherzo alle case degli altri, — le dico, — e che non l’hanno voluto neanche in prigione tant’era stupido. Non ci vuole molto a conoscerlo.

— Sono gente di campagna, — fa la guardia un bel momento, — non sanno mica cos’è vita civile, sono ignoranti.

— Perché, voi non siete di qui? — gli dico dritto negli occhiali. Lui si mette a ridere e beve.


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