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fosse nascosto nei portici dietro la stalla, poteva scannarmi in pace. Attraverso dal cortile per guardarmi le spalle, e salgo lo scalino della stalla. Sento che la corda resiste di dentro, poi la porta si apre, e mi viene addosso Gisella che quasi gridavo. Mi spinge indietro, chiude la porta con la schiena, e restiamo nel sottoscala del portico.
— Zitto, — e mi chiude la bocca. — Talino è tre ore che aspetta.
— E io no? — dico, tenendole la vita.
Sento che ha i piedi scalzi e sento l’odore del fieno. Lei voleva parlare, ma io non la lasciavo. Allora fa un poco di lotta e diceva: — Se viene il Pà, se viene il Pà!
— Son tutti svegli in questa casa? Volevi o non volevi parlarmi?
Allora Gisella si lasciò portare sul fieno, dicendo di far piano, ma restò in piedi. Era cosí scuro che sentivo soltanto il suo sudore. — Perché non sei venuta alla cisterna, — le dico, — avevi paura, eh?
— C’è Talino che guarda la stoppia, — mi dice. — Non potevo uscire sull’aia. Ma tu perché mi dài del tu?
— Di notte si dà del tu...
— No, no, — diceva lei, — lasciami andare. Volevo soltanto vederti. È troppo tardi.
— Che cosa volevi dirmi?
— Niente. Talino è di sopra che ascolta. Parleremo domani, domani...
Mi spinge sul fieno e scappa via. La lascio andare e le bestemmio dietro, ma senza rabbia, perché tanto era scuro e avevo piú voglia di vederla svestita che di stenderla, e mi sarei ben divertito un’altra volta. Tanto, venuta era venuta.
Di sopra, trovo Talino che fa finta di dormire, disteso sul materasso, con solo i calzoni indosso. Mi fermo a guardargli il torace e pensavo: «Sarebbe meglio se tu fossi Gisella». Lassú arrivava un po’ di luna, e gli vedevo la pellaccia bianca, che pareva impossibile fosse la stessa di Gisella.
— Salame, — gli dico, — se tieni la pancia alla luna, ti viene il catarro — . Allora si drizza. — Se hai caldo, — gli dico, — va’ a fare un giretto.
— Da dove vieni? — mi dice. — Lo sai che è scappata una capra?
— L’ho veduta nelle canne. Valla a prendere, va’.
Quando non rideva. Talino faceva degli occhi che sembrava lui un caprone.
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