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Cattive compagnie
Questo è un uomo che fuma la pipa. Laggiú nello specchio,
ce n’è un altro che fuma la pipa. Si guardano in faccia.
Quello vero è tranquillo perché vede l’altro sorridere.
Prima ha visto altre cose. Su un fondo di fumo
una faccia di donna protesa a sorridere
e un idiota leccarla con gli occhi parlando.
Poi l’idiota, parlando, afferrare anche lui
e strappargli un sogghigno. Un sogghigno da idiota.
E la donna piegarsi e serrare le labbra
come avesse veduto qualcosa di nudo.
Ora, corpi di uomini nudi la donna ne vede
dal mattino alla sera, ma spoglia anche sé
e là sopra lavora, ridendo. E sogghigni ne vede
e ne fa, sul lavoro: anzi, è mezzo lavoro
un sogghigno ben fatto. Ma quando una è lí per scherzare
a parole, ferisce vedere anche l’altro,
che in silenzio ascoltava parlare l’idiota,
lampeggiare lo stesso pensiero brutale.
Donna e idiota son già ritornati a alitarsi sul volto
— si somigliano un poco le donne e gli idioti —
e la pipa vapora una faccia contratta.
Dentro il fumo è possibile fare una smorfia
e socchiudere gli occhi. La donna ridendo
schiva quello che parla pendendole addosso.
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