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pore dell’ultimo sonno, e il cielo | sarà quello che un tempo empiva le strade. | Non ci sono piú strade. Sarà una finestra | — una grande finestra — empirà la stanza... nel tepore dell’ultimo sonno: l’ombra | sarà appena un ricordo... Dalla scala salita una volta per sempre | dalle strade lontane come in un ricordo...) chiariscono quella che doveva essere l’immagine fondamentale: la sparizione del mondo in un cielo visto dalla finestra d’una soffitta.
p. 158 | Paesaggio VII |
2— 7 gennaio 1940. Pubblicata in Lavorare stanca. Nelle minute, la prima stesura comincia: Il mattino che torna e la trova viva. | Basta un poco di giorno negli occhi chiari | per la chiara finestra.
159 | Paesaggio VIII |
9 agosto 1940. Pubblicata in Lavorare stanca. Nella minuta: tre versi scritti a penna:
I bambini cominciano alla sera
sotto il fiato del vento a sentirsi svegli
e ascoltare la voce sommessa del fiume.
Correzioni a matita: bambini al posto di ricordi; al posto di sentirsi svegli, prima levare il capo, poi levare il volto. La stesura della poesia continua a matita, con correzioni di minore interesse.
160 | Mattino |
15-18 agosto 1940. Pubblicata in Lavorare stanca. Nel dattiloscritto porta il titolo Ritratto a F. È in questo periodo che cominciano le lettere a Fernanda Pivano riportate nel citato volume di Lajolo, pp. 253-69.
161 | La casa |
21 agosto — 12 settembre 1940. Pubblicata postuma in Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. In mezzo alle poesie del gruppo Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1950), messe in ordine da P. prima di morire, si trovavano due copie di questa poesia di dieci anni prima; fu perciò compresa nell’edizione di quella raccolta, curata rispettando l’ordine in cui P. aveva lasciato le sue carte.
Nel manoscritto, il titolo: La voce. Nella minuta, una quartina finale eliminata:
Dietro a loro, nell’ombra, la casa è vuota
se non di echi e di voci del tempo andato.
Ma ora tacciono tutti, scendendo nel buio,
alla voce viva che indugia alla soglia.
162 | Estate [2°] |
3— 10 settembre 1940. Pubblicata in Lavorare stanca. Nel dattiloscritto, la dedica: a F.
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