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p. 107 | Paesaggio III |
1934. Pubblicata in Lavorare stanca. Nelle minute: titoli: L’uomo bianco; Un uomo bianco; Il bianco; Un bianco. Le varianti indicano il motivo da cui P. parte: un vagabondo dalla pelle bianca disprezzato dai contadini anneriti dal sole.
Smorto è sempre, quest’uomo, magari ha paura
che i villani tralascino una volta il lavoro
e gli calino addosso con quei pugni pesanti
a fiaccargli la pelle. Se avessero tempo
i villani l’avrebbero già insanguinato.
108 | * | Il vino triste [2°] |
Dicembre 1934. Inedita. Fa parte del fascicolo dattiloscritto Poesie del disamore.
109 | * | La pace che regna |
1935. Inedita. Nel manoscritto definitivo è senza titolo. In un elenco di poesie, P. la indica come Il piacere del vecchio... Il titolo da noi scelto si trova in una minuta, insieme a un altro: Rivoluzione permanente, mentre è cancellato un primo titolo: Avventura.
110 | * | Creazione |
Gennaio 1935. Inedita. Fa parte del fascicolo dattiloscritto Poesie del disamore. Nel manoscritto, la dedica cancellata: A T.
111 | Civiltà antica |
1935. Pubblicata in Lavorare stanca. Nell’edizione Solaria porta il titolo Atavismo. Il legame tra le due poesie, suggerito dallo scambio dei titoli e dal motivo comune del ragazzo e della strada d’estate, non è chiaro: si tratta in entrambe di una rivelazione infantile, di un retaggio ancestrale di fronte al quale il ragazzo si sente estraneo: in Atavismo la rivelazione della nudità propria e di tutti, qui il lavoro che accomuna e isola gli adulti. In una minuta, prima dell’inizio, ci sono degli altri versi che annunciano l’evocazione d’un ricordo decisivo:
Basta uscire di casa e arrestarsi per via
perché l’attimo torni. Si levano gli occhi
su le case, con l’ansia che qualcosa cominci.
Su le case s’indugia la nuova stagione
col suo cielo tranquillo e chi usciva, sospeso
fra se stesso, ripiomba a guardare le cose.
112 | Ulisse |
1935. Pubblicata in Lavorare stanca.
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