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E sogghigni ne vede e ne fa, sul lavoro,
anzi è mezzo lavoro, ma quando è seduta
e sorride, è feroce mostrarle quei volti.

e là sopra lavora, ridendo. E sogghigni ne vede
e ne fa, sul lavoro: anzi, è mezzo lavoro
un sogghigno ben fatto. Ma non da un estraneo
che in silenzio contempla un idiota parlare.

Quello vero è tranquillo del 3° verso era stato prima Quello vero è il piú triste e poi Quello vero è furente.

p. 71 Piaceri notturni

1933. Pubblicata in Lavorare stanca. Di questa poesia P. parla nell’Appendice I .

73 Gente che c’è stata

1933. Pubblicata nell’edizione Einaudi di Lavorare stanca. Nelle minute, nelle copie dattiloscritte e in vari elenchi manoscritti di poesie, porta il titolo Gente che ha fatto la guerra.

74 Paternità [1°]

1933. Pubblicata nell’edizione Einaudi di Lavorare stanca. (Da non confondere con un’altra poesia dallo stesso titolo scritta nel 1933). Già compresa nelle bozze dell’edizione Solaria ed eliminata dalla censura. In una minuta, il titolo: Fantasia paterna. Varianti del terzultimo verso: che torni a portargli da bere; che torni a pagargli da bere; che torni coi soldi; che torni piú ricca.

73 * Disciplina antica

1933. Pubblicata nell’edizione Solaria di Lavorare stanca. Alla 2a lassa, ultimo verso, 'sto era scritto con l’apostrofo; l’abbiamo tolto, seguendo una correzione dell’A. su una bozza di stampa e in conformità alla grafia che P. adottò in seguito.

76 Indisciplina

1933. Pubblicata in Lavorare stanca.

78 Mediterranea

1934. Pubblicata in Lavorare stanca. Nelle minute, altri titoli: Non ci si capisce; Terre lontane; Razza mediterranea.

La poesia — secondo quanto ricorda Mario Sturani, l’amico che parla poco — si riferisce a un viaggio a Firenze compiuto da P. e da lui nell’estate, a un negro che essi videro alla stazione di Pisa e a una sosta dei due amici a Camogli.

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