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Il gruppo La terra e la morte, del 1945, è scritto interamente a Roma. E lo stesso si può dire delle due poesie inedite del 1946.
Il 1950 vide vari spostamenti di P., soprattutto tra Roma e Torino, ma è quasi certamente a Torino che — nel mese tra l’11 marzo e l’11 aprile — scrisse i versi del gruppo Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Le poesie che P. scrisse durante i sette mesi trascorsi come confinato politico a Brancaleone Calabro (agosto 1935 — marzo 1936) sono chiaramente identificabili e databili perché le minute sono contenute tutte in un block-notes, con un elenco diviso per mesi. Si tratta di 16 poesie di cui 3 inedite che pubblichiamo qui per la prima volta.
Delle edite, 5 figurano già nella prima edizione (Soiaria, Firenze 1936) di Lavorare stanca; evidentemente P. le mandò da Brancaleone perché fossero aggiunte al manoscritto del volume già consegnato all’editore prima del suo arresto.
Nell’edizione definitiva di Lavorare stanca (Einaudi, Torino 1943) oltre a queste 3 (datate genericamente 1933 nell’indice) ne sono comprese altre 8 che sono le sole, in tutto l’indice del volume, ad avere oltre che l’indicazione dell’anno anche quella del mese. Evidentemente, indicando il mese, P. voleva sottolineare il fatto che erano state scritte durante la sua esperienza di confinato. Esistono delle leggere differenze tra i mesi segnati nel block-notes delle minute e quelli dell’indice del volume; le datazioni delle nostre note seguono quelle del block-notes, perché è probabile che quelle dell’indice siano state stabilite a memoria alcuni anni dopo.
Delle poesie di P. venne pubblicata una prima raccolta a tiratura limitata, col titolo Lavorare stanca, a Firenze dalle Edizioni di Solaria nel gennaio 1936. (Ma l’edizione — secondo quanto l’A. dice in uno scritto posteriore — era già stata licenziata nell’ottobre 1935). La raccolta comprende 43 poesie. 39 di queste torneranno a far parte dell’edizione aumentata del 1943; le altre 6 saranno scartate dall’A. nell’ordinare la nuova edizione. Il presente volume ripubblica per la prima volta anche queste 6 poesie (Canzone di strada, Ozio, Pro prietari, Tradimento, Cattive compagnie, Disciplina antica) che — data l’esigua diffusione dell’edizione fiorentina — si possono considerare semi-inedite.
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