Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La pace che regna
Il piacere del vecchio è sorprendere le ultime stelle
sotto l’alba, poi bere una volta e girare per strada.
Uno ha sempre saputo che il mondo finisce cosí:
ci si trova fra visi di gente inaudita,
e non basta guardarli e pensarci con calma.
Il mio vecchio comincia dall’alba a girare le strade
e nessuno s’accorge che guarda e ci pensa,
lui, che un tempo era giovane, com’è giovane il mondo.
Non c’è un cane che sappia com’è il corpo del vecchio,
nudo e debole, e come il mattino trascorra per lui,
mentre lui vede i corpi di giovani e donne
e di tutti conosce il vigore. Ma gli occhi dei giovani
che non badano al vecchio, trascorrono in strada
inquieti, e hanno tutti una vita che il vecchio non sa.
Certamente, le strade son sempre le stesse
e il mattino ha lo stesso splendore. Ma un giovane
che picchiasse e piombasse sui sassi il mio vecchio
non sarebbe che giusto. E il mio vecchio non sa,
benché pensi a ogni cosa, che questa è la sorte:
pensa ai giovani e ai vecchi che son tutta la vita.
Inquieto è anche il vecchio al pensiero che un giorno
saran vecchi anche questi, e nessuno saprà
con che sguardo gli ignoti urteranno le cose.
Ma un’occhiata sul mondo la stende chiunque
e al mattino ogni cosa si sveglia. Invecchiando,
sarà ancora un piacere sorprendere l’alba
e discendere in strada tra la folla vivente.
109 |