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16 dicembre.

Maledetto chi «aux choses de l’amour mêlat l’honnêteté»? Lo stesso vale per le cose dell’arte. La ragione è che arte e vita sessuale nascono sullo stesso ceppo.

Come, però, grande artista è chi costruisca amoralmente un solido mondo morale; grande amante è chi porti una straordinaria intensità morale in ogni singolo suo universo erotico. L’artista è sempre sincero con se stesso, pena il fallimento dell’opera. Il grande amante, idem (cfr. 25 febbraio — primi di marzo ’34): pena non sentire il suo amore.

17 dicembre.

Primo amore: «quando saremo grandi, questi discorsi li potremo fare con le donne».

18 dicembre.

C’è una cosa piú triste che fallire i propri ideali: esserci riusciti.

22 dicembre.

Ciascuna tua novella è un complesso di figure mosse dalla stessa passione variamente atteggiata nei singoli nomi. Notte di festa, il festeggiare il Santo; Terra d’esilio, tutti confinati; Primo amore, tutti mossi dalla scoperta sessuale. Parlo delle lunghe. Le brevi ti riescono le meno realistiche.

La tua vera musa prosastica è il dialogo, perché in esso puoi far dire le assurdo-ingenuo-mitiche uscite che interpretano furbescamente la realtà. Il che non potresti fare in poesia.