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provavo, un tempo sarebbe stato senso di crollo, tragedia. Che cosa mi sostiene? Il lavoro fatto, il lavoro che faccio.

(Cervinia)


6 marzo.

Stamattina alle 5 o 6. Poi la stella diana, larga e stillante sulle montagne di neve. L’orgasmo, il batticuore, l’insonnia. C. è stata dolce e remissiva, ma insomma staccata e ferma. Il cuore mi ha saltato tutto il giorno, e non smette ancora. (Da tre notti quasi non dormivo. Parlavo parlavo). Quella che si chiama passione non sarà poi semplicemente questo dibattersi del cuore, questa tara nervosa?

Sono molto deteriorato dal ’34 e dal ’38. Allora ero smaniosissimo ma non malato.

Eppure tutto mi pare un wandepunkt epocale. Tutto. Ma la figura di lei, socialmente e moralmente? Se ci fosse un malinteso?

E io? Non m’illudo nel vecchio modo, scambiando per valori umani dei semplici condimenti di distinzione, glamour, avventura, haut monde? La stessa America, il suo ritorno ironico e dolce, entra come valore umano, vero?

9 marzo.

Battito, tremore, infinito sospirare. Possibile alla mia età? Non mi succedeva diverso a venticinque anni. Eppure ho un senso di fiducia, di (incredibile) tranquilla speranza. È cosí buona, cosí calma, cosí paziente. Cosí fatta per me. Dopotutto lei mi ha cercato.

Ma perché non ho osato lunedí? Paura? [......]1. È un passo terribile.

16 marzo.

Il passo è stato terribile eppure è fatto. Incredibile dolcezza di lei, parole di speranza. Darling, sorriso, lungo ripetuto piacere di

  1. Omessa una riga [N. d. E.]