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Riprendi il II del 10 gennaio.

La poesia è ripetizione. È venuto a dirmelo allegro Calvino. Lui pensava all’arte popolare, ai bambini ecc. Per me è ripetizione in quanto celebrazione di uno schema mitico. Qui sta la verità dell’ispirazione dalla natura, del modellare l’arte sulle (orme e sulle sequenze naturali. Esse sono ripetitive (dal disegno dei singoli pezzi — foglie, organi, vene minerali — al fatto che i pezzi sono ripetuti all’infinito). E allora si vince la natura (meccanicismo) imitandola in modo mitico (ritmi, ritorni, destini). Ma ogni generazione deve tener conto di quanto sa della natura, e superarla con schemi mitici irriducibili da questa conoscenza. (Elemento evolutivo ignoto all’arte arcaica che aveva perciò il còmpito piú facile in quanto, essendo ferme le sue nozioni razionali, applicava schemi mitici già familiari da tempo).

30 gennaio.

Superstizioso è chi crede ancora in un mito che è già stato superato dalla storia — che ci sono ormai i mezzi per dissolvere. Correggi 17 gennaio. Chi ostenta un mito e non ci crede piú, è un ipocrita, un reazionario. Il superstizioso può essere fanatico, il reazionario cinico. Scettico è chi non crede a nessun mito. Fatale è chi realizza in sé un mito autentico in cui crede. L’uomo fatale non è libero.

Creare un personaggio libero del tutto è impossibile. Le cadenze della sua vita (ineliminabili) saranno il suo destino.

Si potrà andar oltre un giorno e considerare anche la libertà un mito? Cioè vederla da un punto in cui anch’essa si scopre destino?

1° febbraio.

L’intuizione fa mito-religione
la volontà fa storia-poesia o teoria.

Errori:

con l’intuizione voler fare storia
con la volontà voler fare mito.