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10 febbraio.

Martedí, (raffreddato-febbre) da due giorni ripreso a fumare e risentito il prurito, terribile, intollerabile. Smesso — Smesso. Stesso gioco dei ventanni, quando la sigaretta mi soffocò e dovetti smettere. Troverò una scappatoia?

13 febbraio.

«Una filosofia depurata di ogni aroma speculativo e ridotta a pura storia o storicità o a puro umanesimo» (la filosofia della prassi, Gramsci) non somiglia alla poetica della pura poesia, depurata di ogni contenuto e ridotta a pura forma, a puro canto?

1° marzo.

Quando viene la sera triste, dal cuore schiacciato, senza perché, la consolazione sta ancora nel consueto pensiero che neanche la sera gaia, ebbra, esaltata ha un perché — se non forse un incontro già fissato, una idea balenata nel giorno, una cosetta che poteva non essere. Cioè, ti consola il pensiero che nulla ha un perché, che tutto è casuale. Strana cosa. Su un altro piano questo pensiero è agghiacciante. Il volubile colore dei tuoi umori lo sopporti in quanto futile.

Ciò presuppone un enorme ottimismo, una fiducia nel semplice accadere. Fin che le cose accadono soltanto, e non c’è nulla sotto, tu stai tranquillo. È la rinuncia epicurea, è il quieto vivere. Possibile?

2 marzo.

Questo bisogno di esser solo, di non sentire che ti chiedano nulla, che ti tirino con sé... Quest’orrore che abbiano il minimo diritto su di te, che te lo facciano sentire... Questa evidente goffaggine degli altri, di aspettarsi qualcosa, di take for granted qualcosa da te.