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nel cielo, i profili spettrali, aerei, delle tutto-sasso, pallide, lievi. Il loro chiarore sovrumano è fatto di vene di marmo. Sono uno scenario selvaggio, ma pieno di forma e di ritmo, aspro, asciutto, mitico: greco.

16 agosto. (Forte dei Marmi)

La piú mite e pacata e molle stagione, l’autunno, soppianta la precedente e si stabilisce con sussulti paurosi, temporali enormi, tenebre sul mattino, turbini e stragi di foglie che fan capire quanta violenza costi la maturità.

18 agosto.

Un’opera non risolve nulla, cosí come il lavoro di tutta una generazione non risolve nulla. I figli — il domani — ricominciano sempre e ignorano allegramente i padri, il già fatto. È piú accettabile l’odio, la rivolta contro il passato che non questa beata ignoranza. La bontà delle epoche antiche era la loro costituzione in cui si guardava sempre al passato. Questo il segreto della loro completezza inesauribile. Perché la ricchezza di un’opera — di una generazione — è sempre data dalla quantità di passato che contiene.

25 agosto.

La prima grande manifestazione di «letteratura» e insieme la sua fondazione esemplare si accompagna al mito di un’età dell’oro, di una torre d’avorio (Arcadia virgiliana).

26 agosto.

Che a ciascuno accadano sempre le stesse cose, non è affermazione deterministica. Anzi. Se queste cose accadono non vuol dire che il soggetto è determinato dalla necessità di esse cose, ma che