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17 aprile.

[......]1.

Ecco: quel che non ti va nella psicanalisi è la evidente tendenza a trasformare in malattie le colpe. Capirei trasformarle in virtú, in modi di essere energici, ma no — si scopre il trauma che fa si che hai paura, per esempio, dei ranocchi e allora aspetti la guarigione. Balle!

Siamo chiari: non ho niente contro il formulario psicanalitico — ha arricchito la vita interiore — ce l’ho contro le facce di bronzo che se ne servono per scusare la loro pigra svogliatezza e credono che sentirsi dire che inculare i ragazzini è un risultato di una loro esperienza del cavatappi, sia una giustificazione. Nossignore. Non bisogna inculare i ragazzini.

25 aprile.

Ogni sera, finito l’ufficio, finita l’osteria, andate le compagnie — torna la feroce gioia, il refrigerio di esser solo. È l’unico vero bene quotidiano.

Scoperto che ogni cantuccio di natura ha un ordine, un piano di rapporto. Per esempio i fiori di uno stesso ambiente hanno tutti colori di un dato tono. Ter. suggerisce che è perché c’è una particolare luce e umidità. Vero. Non occorre scomodare la provvidenza. Basta il gioco delle leggi naturali.

Ter. è il solito aftermath delle tue passioni. Loro alte, lei piccina; loro dure, lei dolce e allegra; loro difficili e complicate, lei aperta e cordiale; loro nemiche, lei buona compagna. Esce naturalmente da una passione che l’ha lasciata stremata e wistful. Come tutte le sue precorritrici. Finirà come loro?

  1. Omessa una riga [N. d. E.].