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rivare al nulla, non al risentimento. Non all’odio. Ricorda sempre che nulla ti è dovuto. Che cosa meriti infatti? Quando sei nato, ti era forse dovuta la vita?

27 novembre.

È venuto la terza volta, quel giorno. È l’alba, un’alba di nebbia diffusa, viola fresco. Il Tevere ha lo stesso colore. Malinconia non greve, pronta a sfumare sotto il sole. Case e alberi, tutto dorme.

Ho visto l’alba, non è molto, dalle sue finestre della parete accanto. Era la nebbia, era il palazzo, era la vita, era il calore umano.

Dorme Astarte-Afrodite-Mèlita. Si sveglierà scontrosa. Per la terza volta è venuto il mio giorno. Il dolore piú atroce è sapere che il dolore passerà. Adesso è facile umiliarsi. E poi?

13 agosto ’37
(pomeriggio)
25 settembre ’40
(sera)
26 novembre ’45
(notte)

Proprio il contrario di quanto ci hanno insegnato. Da giovani si rimpiange una donna, da maturi la donna.

Com’è grande il pensiero che veramente nulla a noi è dovuto. Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?

Eppure è semplice. Quando non si esiste piú, si muore. E voilà.

Afrodite è «venuta dal mare».