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28 gennaio.

Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno.

Ricordare una cosa significa vederla — ora soltanto — per la prima volta.

Devi creare un nesso tra il fatto che nei momenti piú veri tu sei inevitabilmente ciò che fosti in passato (26 novembre ’37, II) e il fatto che soltanto le cose ricordate sono vere (oggi, I).

10 febbraio.

Davanti al mare della Pineta, basso e notturno, passando in treno, hai visto i focherelli lontani e pensato che per quanto questa scena, questa realtà, ti riempia di velleità «di dire», t’inquieti come un ricordo d’infanzia, essa non è però per te né un ricordo né una costante fantastica, e ti suggestiona per frivole ragioni letterarie o analogiche ma non contiene, come una vigna o una tua collina, gli stampi della tua conoscenza del mondo. Se ne deduce che moltissimi mondi naturali (mare, landa, bosco, montagna, ecc.) non ti appartengono perché non li hai vissuti a suo tempo, e dovendoli poetare non sapresti muoverti in essi con quella segreta ricchezza di sottintesi, di sensi e di appigli, che dà dignità poetica a un mondo. Lo stesso devi dire per la sfera dei rapporti umani, per gli esseri umani: soltanto quelle situazioni e quei tipi che a poco a poco ti sono emersi e si sono stagliati sul fondo della tua conoscenza iniziale hanno avuto il tempo (sinora) d’incidersi nel