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chercherait à l’activité surréaliste un autre mobile que l’espoir de déterminer à point» (p. 340).

Critica al surrealismo: «notre rêve vaut ce que valent nos veilles» (p. 365).

Dopo Rimbaud, i suoi allievi «subordonnent l’activité poétique à des fins qui la dépassent» (p. 391).

Umiliano l’arte davanti alla natura (non piú = ragione, non piú = sentimento, non piú = immaginazione) che è pensiero onirico, spontaneo, ecc. La poesia non può risiedere in forma alcuna perché è fenomeno psichico (p. 392).

«le poème tend à devenir autre chose qu’un expression plus ou moins fidèle que l’on apprécierait par rapport à un modèle interieur imaginé par induction, aux circonstances particulières d’une vie. À la limite, il serait un object existant pour lui même, sans communication avec son créateur... un object autonome, aérolithe tombé d’une planète inconnue...» (p. 400).

Commuovere non con un’esposizione, ma con un fatto naturale: la poesia è un tramonto, una spiaggia, ecc.

18 gennaio ’41, finita la Spiaggia.

14 febbraio.

In sogno Fern. mi racconta che ha assistito dietro dietro ai musicisti e goduto «quel divino trio».

Poco dopo entriamo — lei non la vedo piú — e vedo il musicista mio compagno mettersi dietro dietro ai due suonatori del cembalo rasente la parete e fingere di dirigere con le mani l’orchestra (i suonatori si voltano di soppiatto a guardare).

Evidentemente il musicista è piú adatto che Fern. a far questo — piú fantasticamente adatto — ed è avvenuto un processo di aggiustamento narrativo durante il sogno. Non ho cioè qui due fatti successivi che si svolgono il secondo dal primo, ma il concrescere di un solo fatto, di uno stato, che lampeggia dapprima in forma embrionale e poi si direbbe che trova una piú ricca e appropriata espressione (e muta protagonista e senso, oltre ad