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26 febbraio.

Come del tempo, cosí dello spazio. Poesia e Pittura. Non deve esistere, in una poesia, tempo empirico cosí come in un quadro non deve esistere spazio empirico.

Creare un’opera è dunque trasformare in assoluti il suo tempo e il suo spazio. Uno dei metodi piú accreditati fu sempre di ricorrere alla intensità sentimentale che, come è noto, trasforma il tempo e lo spazio empirici. (Un’ora riempita di forte passione è più lunga di un’ora d’orologio. Notare che la noia è una forte passione, e quindi l’assenza di occupazione allunga il tempo in quanto lo riempie di tensione).

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Quello che tu chiami contemplazione (il tuo carattere poetico) è il passaggio dal piano empirico a quello poetico.

L’ipotesi che l’evoluzione proceda (De Vries) per mutazioni brusche del germe [che poi si conservano attraverso la selezione naturale (jean rostand, Hérédité e Racisme)] va d’accordo con la tua esperienza che la vita interiore (creazione di concetti e immagini) non procede per sviluppo di pensiero in pensiero (d’individuo a individuo, in biologia) ma per brusche intuizioni (trasformazioni sempre germinali) che solo après coup si scoprono legate a intuizioni precedenti e si conservano (selezione interiore).

Il 29 ottobre ’39, II e l’esempio del 1° novembre sono un altro parallelismo di vita interiore e biologia. Due concetti o due immagini dànno un frutto valoroso (una brusca mutazione) una volta ravvicinati, piú che un concetto o un’immagine macerata singolarmente. Incrocio di razze discoste che produce individui sovente felicissimi.

27 febbraio.

L’analisi del 24 febbraio, dove negavi la possibilità di costruzione metafisica di una vita in quanto l’insieme dei suoi momenti