Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf/166

162 1940


3 gennaio.

C’è un tipo abituato a pensare che niente gli sia dovuto, nemmeno in nome di un lavoro o di una fatica durata. Niente dagli altri sotto nessun pretesto, nemmeno dai beneficati, e quindi non dà niente agli altri se non per suo piacere. Sono io. (Cfr. 20 febbraio ’38, IV e 13 ottobre ’38, II).

8 o 9 gennaio.

La prova del tuo disinteresse per la politica è che credendo al liberismo (= la possibilità di ignorare la vita politica) vorresti applicarlo tirannicamente. Senti cioè la vita politica soltanto in tempi di crisi totalitaria, e allora t’infiammi e contraddici al tuo stesso liberismo pur di realizzare presto le condizioni liberali in cui potrai vivere ignorando la politica.

11 gennaio.

La poesia italiana dal ’200 al ’500 agita il mondo della nobiltà: comincia col concetto della nobiltà di cuore (stilnovo), ammira quella di costume e di tono (Boccaccio), ricrea fantasticamente quella cavalleresca (Boiardo), l’ironizza e teorizza (Ariosto e Castiglione). Morendo, la cede al witticism shakespeariano e al buon gusto neo-classico (grand siècle), e la vede ricomparire come nostalgia del passato e norma di vita in certi romantici (Stendhal, Baudelaire). Qui c’è forse qualche addentellato col 1° gennaio, II. Come ideale di contegno il tratto cavalleresco corrisponderebbe alla situazione stilistica come ideale estetico. È sorprendente che questa stessa vena affiorasse già il 2 ottobre ’36, dove i due tratti segnati || annunciano il 1° gennaio.

Le grandi fioriture sono precedute da una generazione d’intensi traduttori (neòteroi, stilnovisti, elisabettiani, trio del dolore, romanzo russo, neo-realismo americano). Quando si dice l’esterofilia... Cfr. 6 luglio ’39, II.