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Smontare il mistero per servirsene a freddo nell’opera (senza l’angoscia creativa) è lo sforzo di tutta la storia dello spirito. Qui è la dignità dell’uomo ma anche la sua tentazione.

14 dicembre.

Ci vuole la ricchezza d’esperienze del realismo e la profondità di sensi del simbolismo.

Tutta l’arte è un problema di equilibrio fra due opposti.

21 dicembre.

L’amore è la piú a buon prezzo delle religioni.

25 dicembre.

Un artista vero, nelle sue opere creative parla dell’arte il meno possibile. (Altrimenti non è un artista, è un virtuoso dell’arte).

Chi ha solo come contenuto il travaglio dell’arte non è ancora uscito dalla preparazione dei ferri; non è ancora licenziato a parlare nel mondo da uomo fatto.

27 dicembre (mattina).

Un’acropoli rossastra. Altro poggio con ammucchiati edifici e palazzi (la città delle assicurazioni dell’agenda) e grandi quadri parietali, che si vedono dall’acropoli. Due. Uno allegorico, folla di donne e simboli e donna svolazzante (Venezia di Veronese) portata su cocchi circondata da donne. In primo piano, donna calma e grande che vuota perle in un recipiente. (Ma non si vede che maneggia perle. Si sa). Non si vede che maneggia perle, ma lo si sa. Proprio come in un romanzo, dove senza descriverlo (farlo vedere) l’autore dice «maneggia perle».

Scoperto improvvisamente — dopo che l’avevo già immaginata — che questa donna è l’Italia, perché le donzelle svolazzanti e i