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9 settembre.

La guerra imbarbarisce perché, per combatterla, occorre indurirsi verso ogni rimpianto e attaccamento a valori delicati, occorre vivere come se questi valori non esistessero; e, una volta finita, si è persa ogni elasticità di tornare a questi valori.

17 settembre.

Si fa l’elemosina, per levarsi d’innanzi il miserabile che la chiede; e se qualcuno ci procura un disagio con la mostra della sua grande miseria, e fa appello a qualche nostro evidente e innegabile sentimento di solidarietà, noi odiamo questo qualcuno, con tutte le forze.

1° ottobre.

Gli errori che saltano agli occhi in un’opera, o anche che semplicemente si vedono, sono, appunto perché tali, facilmente rimediabili, e non contano. Conta l’errore fondamentale, la visuale sbagliata, che informa di sé specialmente le parti corrette1, e di qui va individuato e stanato; il che torna come dire che esso è irrimediabile, a meno di distruggere l’opera. I nèi visibili tutt’al piú servono da indicatori di quel che c’è sotto.

9 ottobre.

«Il y a une émotion qui est inséparable de la rencontre de tout homme que nous trouvons sur notre chemin». lavelle, L’erreur de Narcisse, p. 31.

«J’ai tort sans doute si je me plains du traitement que les autres me font subir. Car il est toujours un effet et une image du traitement que je leur inflige. Mais si je m’attriste de n’être pas

  1. Sul manoscritto leggiamo: neutre [N. d. E.].
    corrette