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mondo esterno davanti alla inaspettata e profonda maturità dei ricordi. Persino il sangue e il corpo nostri si sono maturati e intrisi di spiritualità, di largo ritmo.

La giovinezza è non possedere il proprio corpo né il mondo.

Rinasce come corollario l’antico pensiero che il genio è fecondità — ottanta tragedie, venti romanzi, trenta opere, ecc. — . Perché il genio non è scoprire un motivo esterno e trattarlo bene, ma giungere finalmente a possedere la propria esperienza, il proprio corpo, i propri ricordi, il proprio ritmo — ed esprimere, esprimere questo ritmo, fuori dalla limitatezza degli argomenti, della materia, nella perenne fecondità di un pensiero che per definizione non ha fondo.

La giovinezza non ha genio e non è feconda.

8 dicembre.

Chi denunci l’immoralità dell’amore mercenario, dovrà lasciar stare ogni donna, perché, esclusi i rari attimi in cui ci si offre il corpo per amore, anche la donna che ci ha amati si lascia fare e fa soltanto per cortesia o per interesse, su per giú rassegnata come una meretrice.

Lo stesso, benché forse meno frequente, va detto dell’uomo.

Per uscire da questo dramma, non c’è che condannare anche l’amore sincero in quanto diretto a godersi. Ma resta sempre che il chiavare — che richiede carezze, che richiede sorrisi, che richiede compiacenze — presto o tardi per uno dei due diventa un fastidio in quanto non si ha piú naturalmente voglia di carezzare, di sorridere, di compiacere quella data persona; e allora diventa una menzogna come il meretricio. Non si scappa. Anche se lo scopo è fare dei figli.

La chiusa del 6 dicembre conferma le affermazioni del 24 novembre sulla giovinezza. «Si cessa di essere giovani quando si distingue tra sé e gli altri». «La giovinezza è non possedere il proprio corpo». Maturità è l’isolamento che basta a se stesso.