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126 | 1938 |
scellem esclusiva e tirannica, è una promessa di perenne e feconda vita interiore.
5 novembre.
La prosa saggistica, descrittiva, moralizzante, sociale è al romanzo quello che la lirica all’epica.
Cinquecento e Seicento e Settecento ebbero il saggio, poi venne il romanzo. Che questa prosa ritorni con la decadenza conferma il parallelo: anche la lirica fa questo.
Il fatto che un tempo, se l’uomo ingannava, la donna ne aveva l’infamia, è una prova che nelle cose sessuali non si giudicava eticamente (di quell’etica che è creazione virile) ma difensivamente, importando ad ognuno nel commercio sessuale soltanto di preservarsi la donna per sé e non di rispettare un’assurda giustizia. Diritto di guerra in cui il vinto ha l’infamia, e la giustizia consiste nell’asservimento (cfr. 15 dicembre ’37) (31 dicembre ’37, III) (19 gennaio ’38, V) (1° febbraio ’38) (5 febbraio ’38, II) (20 febbraio ’38).
L’astuzia della famiglia è che concilia l’egoismo col bisogno di versarsi all’esterno, di amare, cioè di sacrificarsi
Lo stile del novecento approfondisce il distacco dal Leopardo‐Stendhaliano già iniziato con l’impressionismo dei veristi. E ciò fa tornando a rialzare il concetto di stile onde i suoi creatori si rispecchiano in Leopardi-Stendhal ultimi eroi dello stile costruito. Ma questo concetto non sta piú nell’universale modello umanistico: sta nel modello ideale sul quale ogni spirito ritma e distende la sua realtà: un magico farsi del pensiero, della vita interiore, per cui non sussiste pacatezza preesistente, non esiste «lingua della ragione» né cioè pensiero astratto. È uno stile che esprime ma non spiega. Nacque dalle ricerche dei narratori del secolo scorso, non