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(Parlano due cacciatori).
primo cacciatore Non è la prima volta che s’ammazza una bestia.
secondo cacciatore Ma è la prima che abbiamo ammazzato un uomo.
primo cacciatore Pensarci non è fatto nostro. Sono i cani che ce l’hanno stanato. Non tocca a noi dirci chi fosse. Quando l’abbiamo visto chiuso contro i sassi, canuto e insanguinato, sguazzare nel fango, coi denti piú rossi degli occhi, chi pensava al suo nome e alle storie di un tempo? Morí mordendo il giavellotto come fosse la gola di un cane. Aveva il cuore della bestia oltre che il pelo. Da un pezzo per queste boscaglie non si vedeva un lupo simile o piú grosso.
secondo cacciatore Io d penso, al suo nome. Ero ancora ragazzo e già dicevano di lui. Raccontavano cose incredibili di quando fu uomo — che tentò di scannare il Signore dei monti. Certo il suo pelo era colore della neve scarpicciata — era vecchio, un fantasma — e aveva gli occhi come sangue.
primo cacciatore Ora è fatta. Bisogna scuoiarlo e tornare in pianura. Pensa alla festa che ci attende.
secondo cacciatore Ci muoveremo sotto l’alba. Che altro vuoi fare che scaldarci a questa legna? La guardia al cadavere la faranno i molossi.